Aggressività nel cane: cause e soluzioni

Aggressività nel cane

Aggressività nel cane.

L’aggressività nel cane è una patologia?

18 luglio 2018: Palermo: pitbull le stacca un braccio, i testimoni “la ragazza urlava….”. 9-luglio Modena aggredito dal cane, spara per difendersi. 5-agosto 2018 Pavia: anziano aggredito da un cane. Questi sono solo alcuni titoli di giornale che appaiono ad una breve ricerca su internet.

Avere un cane come compagno è una esperienza speciale, appagante, emotivamente coinvolgente, e niente riesce a causarci un disorientamento così traumatico e doloroso come quando ci morde o si confronta con noi con aggressività. Perché noi, che lo amiamo con così tanto trasporto, in certi frangenti rischiamo di diventare loro vittime? Perché pur dandogli tutte le attenzioni, abbiamo in cambio un suo ringhio o peggio ancora un suo morso? Che bisogno ha di attaccare un altro cane, una persona o addirittura me, che sono parte del suo branco, nonostante soddisfi tutte le sue esigenze e lo ricolmi di amore?

Facciamo un po’ di chiarezza: l’aggressività non è una patologia. Un cane aggressivo non è un cane malato ne’ tanto meno “matto” (nella maggior parte dei casi). L’aggressività è un comportamento naturale che permette al cane di rispondere con successo ad alcuni tipi di situazioni, ma che in molte circostanze di vita in comune crea disagio e danno. Cerchiamo quindi di analizzare le situazioni in cui un cane può comportarsi aggressivamente e cosa possiamo fare per disinnescare il pericolo.

 

Cause di aggressività

Come abbiamo appena accennato, l’aggressività non rappresenta di per se un sintomo di malattia, ma una reazione naturale che ha a che fare con la protezione dell’integrità fisica del cane stesso ma anche con la difesa di proprietà e ruolo nel branco. Fa eccezione l’attività predatoria che, sia per la specificità di comportamento, sia per le strutture nervose operanti, presenta delle particolarità.

Ciò che in genere ci lascia sgomenti è la nostra incapacità nel leggere gli atteggiamenti ed i motivi che scatenano l’aggressività, che quindi ci coglie impreparati fisicamente e mentalmente. Una delle cause dell’aggressività, che possiamo definire da irritazione, è causata dalla volontà di evitare una situazione sgradevole o dolorosa; noi veterinari la conosciamo fin troppo bene, nessun cane è felice di farsi manipolare soprattutto se soffre per un problema sanitario, e quindi si sottrae ed in alcuni casi aggredisce.

L’apprendimento poi farà si che anche nelle successive visite il cane precederà il disagio e si rifiuterà più o meno aggressivamente di entrare in ambulatorio e farsi visitare. Normalmente il cane comunica in maniera sufficientemente chiara il suo disagio e dolore e prima di difendersi mordendo, cerca di allontanarsi da quello che considera una potenziale minaccia (in genere noi!). Quando poi passa all’azione il morso può essere deciso, soprattutto se la manipolazione viene eseguita prendendolo di sorpresa.

 

Aggressività tra cani  e con uomini

Quando si giunge alla maturità sessuale, i cani maschi si vedono tra loro come possibili competitori per la riproduzione, soprattutto se gli altri cani non appartengono allo stesso branco e se una dolce “fanciulla” segnala la sua disponibilità. Le cause però non sono sempre così semplici.

Due cani maschi spesso si trovano a lottare o a dimostrare di essere pronti a farlo, se il contendersi è anche un territorio o un oggetto o se ritengono che la persona di riferimento sia in pericolo. Ciò si comprende abbastanza facilmente quando i cani appartengono a gruppi diversi. Dinamiche di aggressività si possono però osservare anche all’interno del branco ed in questo caso può accadere sia tra cani, sia tra cani e uomini. Entrano in gioco in questi casi sia il ruolo dell’individuo all’interno del branco sia l’educazione e l’ambiente dei primi mesi di vita, oltre naturalmente una situazione di natura genetica.

Ogni cane cerca di capire che tipo di rapporto può avere con gli altri elementi del gruppo e se possiede un carattere estroverso e sicuro di se cercherà di diventare il referente del branco, prendendo iniziative e gestendo le risorse; il cane con una forte “autostima” difenderà vigorosamente le sue prerogative e se ingaggiato non esiterà a rispondere con aggressività. Oggetti come giochi o cibo, posizioni privilegiate come divani e letti diventeranno di sua competenza.

Sarà suo compito vigilare sui componenti del gruppo e dire la sua quando arrivano degli estranei, chiederà con vigore carezze e attenzioni che però dovranno cessare quando sarà soddisfatto e non dovrà essere disturbato quando riposa. Non sempre accetta di essere accarezzato e quasi mai manipolato. Se ad una propensione del genere aggiungiamo una infanzia molto competitiva, ci troveremo di fronte ad un cane decisamente problematico.

 

Gestire l’aggressività

Come gestire l’aggressività? Gli atteggiamenti aggressivi hanno la caratteristica di evocare forti sgradevoli emozioni, e sono potenzialmente dannosi, addirittura in alcuni casi mortali;  essi  rappresentano un grave problema che spesso è sottovalutato quando, presi dall’entusiasmo, decidiamo di prendere un cane come compagno. Il punto chiave è la capacità di creare un rapporto equilibrato con il cane, dare ma esigere rispetto e amore e comprendere sempre il contesto prima di agire. Tutto ciò io lo definisco “educazione”.

Una buona educazione risolve la maggior parte dei problemi di aggressività. Esistono eccezioni. Alcuni cani non hanno avuto la possibilità di crescere imparando a gestire gli aspetti emozionali più vigorosi, ed in questo caso potremmo solo con fatica raggiungere un risultato che sarà comunque incompleto. Anche alcune situazioni  sfavorevoli come ambienti caotici, sovrappopolati possono esitare in situazioni francamente patologiche. In questi casi specifici è necessario essere fortemente motivati ed acquisire consapevolezza della difficoltà del percorso oltre che richiedere l’aiuto di figure professionali.

Non possiamo aspettarci che un cane dolorante rimanga passivo durante le manipolazioni anche se ben educato; possiamo però far si che ci permetta di aiutarlo a gestire il dolore, che non impari a reagire con troppo anticipo anche quando la situazione non porta ad un danno: non tutte le manipolazioni sono dolorose ma se il cane, minacciando, riesce ad evitare di essere toccato perdiamo la possibilità di accudirlo correttamente.  La reattività di un cane alla vista di un suo conspecifico è frequente e comprensibile, ma anche in questo caso il fatto di risultare il referente permette di gestire abbastanza agilmente la situazione.

Come abbiamo capito, per le possibili conseguenze e per lo shock emotivo che causa, l’aggressività è un problema importante, ma ad eccezione di alcune specifiche situazioni può essere gestito. L’importante è diventare consapevoli.

Dr. Alberto Perini
Dr. Alberto Perini
Sono Alberto Perini, medico veterinario da oltre vent'anni, specialista in etologia e benessere animale, fin da piccolo appassionato di animali. Aiuto chi ha problemi con i propri pets a stabilire un equilibrio “nel branco”, così da ritrovare il piacere di vivere insieme, circondati serenamente dell’amore che queste creature non smettono di dimostrarci.